Ne parlavamo più di tre anni. Ora RTL lo fa. Quando attiveranno un servizio simile le altre radio (nazionali)? Attendiamo fiduciosi.

(francesco)

 

I bei tempi dei sonori Vaffanculo e Bella stronza cantati da Masini sono definitivamente andati. Secondo quanto riportato in questo articolo del sito internet de La Stampa, pare che i responsabili di alcune emittenti radiofoniche non gradiscano Cazzo che bello l’amore di Luca Carboni, per via di quell’espressione un po’ troppo colorita e forte nel titolo che, evidentemente, non è amore. E neanche bello. In aiuto dell’artista bolognese si è mobilitato il web grazie alla tempesta nell’etere scatenata da Jovanotti su Twitter. I lettori di Lorenzo si sono lanciati in diverse rivisitazioni del titolo del brano in questione. Poi, a parte tutto, quanto sia più o meno gradevole la canzone di Carboni, come spesso succede in queste faccende di batti e ribatti mediatici, non è cosa di primaria importanza.

D’altra parte, è pur sempre vero che di cose fatte a cavolo in certe radio italiane ce ne sono tante, anche senza bisogno di pronunciare la parolina magica.

lastampa.it

(Maurizio)

Oggi alle 19 la web radio Radiosiani dedica uno speciale al giornalista Giancarlo Siani, ucciso a Napoli il 23 settembre 1985 per aver fatto il suo lavoro. Raccontare Giancarlo, con pensieri, musica e parole andrà in onda a partire dalle 19 di oggi, 23 settembre 2011. La radio nelle sue nuove forme tecnologiche, per rendere omaggio a un giornalista – giornalista in terra di giornalisti – impiegati.

http://www.ilgazzettinovesuviano.com, http://www.radiosiani.com

Avete presente l’iniziativa di cui vi avevo parlato ieri? Ma sì, quella del Corriere contro chi parcheggia sui posti riservati agli invalidi senza averne diritto. Ecco, il livello di sconcerto aumenta se si pensa che, quando dalla pagina di Milano del sito del quotidiano milanese vuoi accedere a questo articolo con la prima bella fotina di un’auto e il reminder delle regole per partecipare, si apre un banner pubblicitario.

(Maurizio)

corriere.it

Il sito internet del Corriere della Sera chiede ai propri lettori di inviare le foto riguardanti pass e falsi invalidi. Pubblicheranno gli abusi e le infrazioni.

I livelli di sconcerto sono diversi.

Partendo dal livello più basso, mi chiedo come potranno essere garantiti i minimi requisiti di privacy, soprattutto quando, magari, si scateneranno tizi presi dalla foga del giustiziere della notte, del Beppe Grillo fai da te, della Iena dei poveri, ecc. Tra l’altro, prendo atto che Severgnini sgombra i dubbi legali in qualche riga: ecco, io glieli ingombrerei nuovamente con questo (vedi seconda nota).

A livello medio di sconcerto, mi chiedo se i tizi di cui sopra saranno in grado di distinguere un falso invalido da un clamoroso granchio. E pestare merde, in certe situazioni, è facilissimo.

Il livello di sconcerto più alto lo vince uno scatto di reni del sito del Corriere che, invece, mi piacerebbe percepire per iniziative più coraggiose e senza ombra di dubbio più facili da mettere in pratica, tipo mandateci foto/video di commercianti che vi vendono qualcosa senza farvi lo scontrino.

Ah, no, la privacy, la privacy. Mica perché commerciante>pubblicità>soldi>il commerciante è sacro, oppure semplicemente perché si incazza tanto tanto tanto.

(Maurizio)

corriere.it

Lamentatevi di tv e radio italiane. Invece all’estero, sì, che ci sanno fare con le trasmissioni di qualità: l’emittente canadese The Bear 100.3 Edmonton’s Best Rock lancia Win A Wife, un concorso con in palio (i presupposti per  sposarsi con) una moglie russa. A parte tutto il pacchetto premio (13 notti in Russia, 500 dollari da spendere, ecc.) mi soffermerei su un’espressione: If you’re interested in potential holy matrimony with a hot foreign chick […].

Ora, io non credo che hot foreign chick sia un modo galante per definire una donna straniera. Ma l’idea non è nuova, perché L’Huffington Post ci spiega che una iniziativa simile è stata lanciata in Nuova Zelanda dalla locale The Rock FM. Il premio? (La possibilità di sposarsi con) una donna ucraina.

Curiosità: siccome il mondo è bello perché è vario, una delle prime candidate del concorso canadese è una donna.

Lo zoo di 105 in confronto è Quark.

(Maurizio)

http://www.thebearrocks.com, www.huffingtonpost.com

10 anni fa, nel primo pomeriggio italiano, ero in università quando le voci di questo strano incidente – un aereo si schianta su un palazzo? Due? Al Qaeda in gol su rinvio dalla propria porta? – iniziavano a prendere una forma ben più inquietante. Ciò che cambiò, da quel giorno, fu l’importanza delle informazioni. La radio visse un momento buffo in cui direttori ed editori capirono che ogni tanto quel tizio che parla, noioso e magari un po’ imbolsito con dei fogli in mano tra un tunz tunz e un altro, doveva avere molta più dignità di quanta ne potessero offrire tre minuti scarsi in mezzo a un palinsesto di uaouaouao, questo brano lo dedichiamo a tutti i camiooooooonisti, uao!.

1o anni fa, di sera, ero a Radio 24, e ancora adesso mi ricordo la professionalità con cui tutti ad ogni livello affrontarono la situazione, alla faccia dei vari uao, uao, uaooooo e della müsica giusta müsica tostaaaaa! delle altre emittenti, della propagazione in internet delle fesserie per babbei su presunti complotti e cose così. Fu uno dei momenti più brutti della storia ma tra i più belli dell’informazione e, per quanto mi riguarda, della radiofonia.

Sono i miei due centesimi di riflessione, oggi, a 10 anni dall’attacco al WTC, su un blog che giustamente si chiama I(r)Radiati.

(Maurizio)

Qualcuno a Matera, tra i meno giovani, forse lo ricorda ancora: “Audiobox“, programma di sperimentazioni radiofoniche in onda su RadioRai negli anni ’80, curato da Pinotto Fava (materano anch’egli). Ma ancor più l’omonima rassegna, che vide proprio nei Sassi la sua più suggestiva concretizzazione.

Dopo più di 20 anni, RadioRai (nello specifico, Radio3) torna tra i celebri tufi per una festa, Materadio, dedicata ai suoi ascoltatori e alla città di Matera. Programmi in diretta, spettacoli teatrali, concerti di musica varia. Dura tre giorni: dal 23 al 25 settembre. Fateci un salto, perchè potrebbe molto probabilmente valere la pena.

“Per tre giorni tra i Sassi risuoneranno le voci e la musica di Radio3. Sarà soprattutto una festa, cui vorremmo partecipassero la comunità degli ascoltatori della radio dovunque vivano e quella dei cittadini di Matera. Ci sarà, come in ogni festa, molta musica, ci saranno eventi spettacolari e speriamo avvincenti, ci saranno occasioni di incontro e di divertimento. Ma ci saranno anche le parole e le idee che Radio3 manda in onda ogni giorno. Sono diverse da altre quotidianamente diffuse, sono più attente e curiose del mondo.

Serviranno per raccontare Matera a chi ci ascolta da tutta Italia e per portare a Matera voci, testimonianze e riflessioni preziose. In un momento particolare in cui alla cultura si chiede di aiutarci a cambiare il nostro modo di guardare il mondo e di abitarlo. Da un luogo particolare, perché i Sassi sono un ambiente unico, con una storia che non ha eguali e che parla ancora. Soprattutto oggi, in una città che vuole proiettarsi a livello europeo. La musica, l’arte, l’immaginazione, la letteratura, il racconto della realtà: linguaggi diversi si intrecceranno per provare a trasmettere questa ricchezza. E se verrete a trovarci, tra i sassi e le piazze della nostra festa, li scoprirete con noi” (Marino Sinibaldi,  direttore di Radio3).

(francesco)

Dopo il successo di Vendo tutto e Io sono qui, Matteo Caccia torna su Radio24 a partire dal 5 settembre 2011 con Voi siete qui, programma radiofonico che, riproponendo quel mix di finzione e realtà che è stato elemento caratteristico delle trasmissioni delle precedenti stagioni, scandaglierà e racconterà le vite degli altri. Obiettivo finale: scattare un’enorme fotografia del nostro Paese, una fotografia audio ovviamente, che possa raccontare qualcosa di voi, ovunque siate.

(Maurizio)

ilsole24ore.com

Gli scoop che vorremmo sempre vedere nella versione on line del Corriere:

Tra l’altro, se andate a vedere il filmato, il gatto non pare per nulla un bullo, ma chi sono io per mettere in dubbio cotanto giornalismo.

corriere.it