Gran bella invenzione, l’RDS. Ma davvero bella. Accendi la radio, e sai subito che emittente stai ascoltando, senza aspettare jingles di sorta. Pare scontato, non lo è mica. Soprattutto quando, fuori dalle autoradio, l’RDS diventa merce abbastanza rara, in una fascia medio-bassa di prezzo tra hi-fi, lettori mp3 e cellulari. Poi, vabbè, sto ascoltando una radio, e magari so che radio è. Ma perchè non mandarmi, su quella riga, anche il titolo della canzone che sto ascoltando? L’unica che lo fa, almeno a Milano (ne conoscete altre in Italia?), è la benemerita Radio 105 Classics. Playlist totalmente rivolta al passato, quindi ottima per colmare lacune sulla propria formazione storico-musicale. Oddio, magari un po’ troppo focalizzata sulla gran vecchia disco, ma mi sta bene così. Almeno non devo stare a scrivere l’SMS ogni volta per dire: “Ciao raga! Ma come kakkio si chiama la canzone che ho ascoltato prima?”. Poi ci son quelli che, nonostante l’annuncio del dj di turno che entra sul finale di canzone, non comprendon bene l’inglese parlato, e allora ciao. Non vogliamo tener conto anche di loro?

Qualcuno potrà dire: “Vabbè, ma se una radio è fatta di programmi, e non solo di musica?”. A questo punto vado a spulciarmi YouTube, e mi trovo questo video qui sotto.

Virgin Radio UK, la mamma di tutte le Virgin Radios, mette anche il nome del programma che stai ascoltando. Mi sembra un’ottima cosa. Ma perchè non lo fa ancora nessuna, tra le emittenti nazionali italiane? Aggiungo, a margine, l’uso “pubblicitario” che dell’RDS ne fa Lifegate Radio. La formula è sempre la stessa. “Lifegate Radio con…” e a seguire il nome dello sponsor di turno. Anche loro, mi sembra, son gli unici a farlo.

Non mi si venga a dire che è una tecnologia “nuova”: son più di quindici anni che è in circolazione, e da poco è finalmente uscita dal recinto soffocante delle autoradio. Sfruttiamola per bene, vivaddio. Magari anche per notizie-flash (sullo stile sintetico della barra rossa di SkyTg24) o robe tipo “gli sms degli ascoltatori”. Son idee buttate lì, quindi prendete con la giusta distanza e diffidenza. Ma, in attesa di questo ectoplasmatico DAB, ingegnatevi, cari direttori di radio, a far qualcosa di interessante e magari divertente con ‘sto Radio Data System. Infilandosi nei cellulari e nei lettori mp3, sta riuscendo a vivere una seconda giovinezza. Basta che non lo facciate entrare subito in prepensionamento.

(francesco)